mercoledì 13 giugno 2012

Arancione= estate. Pane alle albicocche

Quando vivevo a Taranto gli alberi da frutto del giardino dei miei genitori hanno sempre scandito lo scorrere del tempo e l'arrivo delle stagioni. Dal malinconico autunno, dove le foglie pian piano cadono lasciando il tronco scoperto all'inverno in cui  tra il letargo generale di frutta e fiori gli aranci con le loro chiome sempre verdi si riempiono di succosi frutti. Sin da quando ero piccola la primavera era annunciata dal fiorire del mandorlo che spargeva ovunque i suoi petali rosa e poi...finalmente l'estate. E' in questa stagione che il giardino dà il meglio di sè, con gli alberi pieni di foglie verdi verdi, le prugne e le susine che piano piano crescono e diventano succose. Ma tra tutti il mio preferito è lui, l'albero più grande e produttivo: l'albicocco. Quando i frutti da acerbi cominciavano a prender colore significava soltanto una cosa: la scuola stava finendo e l'estate era finalmente arrivata. Le albicocche sono sempre state tra i miei frutti preferiti, insieme a fragole, ciliegie e fichi. Hanno quel colore arancione splendido e più maturano più aumenta la dolcezza e il loro colore rossastro. 
Da quando sono andata via per l'università non sono più riuscita a mangiare le albicocche del mio giardino, c'era sempre qualche esame o qualche impegno improrogabile che mi impediva di scendere a giugno. Anche adesso che l'università è finita non riesco proprio a scendere a casa in questo periodo dell'anno e se voglio mangiare le albicocche devo accontentarmi di quelle del supermercato. 
Lo scorso sabato facendo un giro nel mercato di Imperia le ho trovate, rosse al punto giusto, sode ma non troppo morbide...insomma...le albicocche perfette! Inutile dire che ho svaligiato il banchetto.
La maggior parte sono finite in giornata, mangiate così al naturale. Una decina però sono state utilizzate per questo pane, dolce, morbido e perfetto per la colazione. Già finito anche questo. La ricetta è per 4 persone, abbiate solo l'accortezza di utilizzare lo stampo adatto e non uno troppo grande come ho fatto io! 


PANE ALLE ALBICOCCHE



Ingredienti:
300 gr si farina per dolci e sfoglie  Rosignoli Molini
25 grammi di lievito di birra
3 cucchiai di zucchero
8 albicocche mature
1/2 bicchiere di acqua tiepida
1 cucchiaino di olio di semi 
1/2 cucchiaio di sale

PROCEDIMENTO:
In una ciotola mescolare il lievito con un cucchiaino di zucchero e l'acqua e lasciate lievitare per 15 minuti, fin quando non si formerà la schiuma.
Setacciate farina, sale e zucchero in una grande ciotola e aggiungete il lievito all'impasto. Lavoratelo fin quando non risulterà liscio ed elastico. Se dovesse risultare troppo secco aggiungete dell'acqua. 
Formate una palla e copritela, facendo lievitare il composto in un luogo asciutto e tiepido per circa 2 ore.
Ungete lo stampo per il pane e trasferite l'impasto nello stampo. Ponete sopra al pane le albicocche tagliate in due e denocciolate e lasciate lievitare altri 40 minuti in un luogo tiepido. 
Spennellate sulla superficie del pane un cucchiaio di olio di semi e a piacimento dello zucchero. 
Infornate per 30 minuti in forno già caldo a 200° fin quando il pane non sarà dorato. 
Può essere mangiato con burro e marmellata per un'eccellente colazione.  





Con questa ricetta partecipo al contest di Erika:



lunedì 11 giugno 2012

Carpaccio di pesce spada e ciliegie

L'estate dovrebbe essere incominciata già da un pezzo ma il caldo vero e proprio sembra che non voglia arrivare. Qui si dorme ancora con la trapuntina e le finestre chiuse e la pioggia non fa di certo sentire la sua mancanza. Nonostante tutto in cucina i piatti estivi non mancano e tra un riso freddo e un'insalatona l'estate è finalmente arrivata. 
Oggi ho provato un carpaccio di pesce spada con un insolito accompagnamento: le ciliegie. E' pronto in 5 minuti ma il gusto è garantito. Proprio un piatto adatto a una bella giornata di sole.


CARPACCIO DI PESCE SPADA CON CILIEGIE 


Ingredienti per 2 persone:
200 gr. di carpaccio di pesce spada
200 gr di ciliegie mature
sale rosa dell'Himalaya
pepe qb
succo di un limone
2 cucchiai di olio evo
prezzemolo

PROCEDIMENTO:
In due piatti piani sistemare il carpaccio di pesce, salare e pepare. Emulsionare insieme il succo di limone con l'olio in modo da ottenere una salsina da irrorare sul pesce.
Denocciolate e tagliare a rondelle sottili le ciliegie e ponetele sul pesce spada.
Decorate con foglioline di prezzemolo e servite.






Con questa ricetta partecipo al contest di About Food:


sabato 9 giugno 2012

I taralli li faccio io!

Ormai sono due settimane che sono arrivata in un paesino dell'entroterra imperiese, 807 abitanti, due vie, un alimentari, una farmacia, una tabaccheria, un ufficio postale e tre chiese. Anche la casa è un piccolo rifugio fermo agli anni 70 dove non arriva nè il segnale del digitale terrestre nè tanto meno l'adsl. Non sapete la fatica per prendere il segnale quando devo scrivere un post. In compenso il tutto è circondato da verdi colline e da un ruscelletto che, insieme al rintocco delle campane, è l'unica fonte di rumore che può essere percepita la notte. Con la cucina mi è andata un pochino meglio rispetto al resto...almeno fuochi e forno ci sono e funzionano, anche se pentolame e utensili vari scarseggiano. Grazie al cielo sono solo tre mesi, poi ritorneremo alla vita frenetica della città. Io nel frattempo mi godo la pausa dalla civiltà tecnologizzata facendo solo due cose: leggere e cucinare...tempo tre mesi e sarò diventata una palla moooooolto acculturata.
Tra i vari esperimenti culinari vi mostro quello pugliese, i tarallini come li chiamiamo noi. Perché se non arriva il segnale tv non arriveranno nemmeno questi nell'unico negozio che c'è. E allora, almeno questi, me li faccio da sola.

TARALLINI ALL'OLIO



Ingredienti:
300 gr di farina manitoba Rosignoli Molini
150 ml di vino bianco secco
250 ml di olio evo
sale qb

PROCEDIMENTO:
Impastare la farina con il vino e l'olio ottenendo un impasto morbido e soffice. Lasciate riposare 45 minuti in un luogo asciutto (l'ideale sarebbe una ciotola di vetro coperta da un telo e avvolta in una coperta).
Dopo il tempo di riposo prendete una piccola porzione di pasta, ricavate un vermicello e unite le due estremità. 
Fate bollire dell'acqua salata in una pentola e immergetevi i taralli impastati per qualche minuto. Emergeranno come se fossero gnocchi.
Lasciateli asciugare e poi posizionateli su una teglia che andrò in forno a 180° per circa 30 minuti. 
**Se preferite potete aggiungere all'impasto anche dei semi di finocchietto. In Puglia esistono entrambe le versioni e sono entrambe ottime. 



Con questa ricetta partecipo al contest di Francesca, Aria in Cucina:


mercoledì 6 giugno 2012

Polpettone di asparagi e vecchi ricordi

Quando ero piccola odiavo gli asparagi. Non sopportavo la loro consistenza, il loro odore e soprattutto il loro sapore. Un vero e proprio odio nei confronti di questa verdura. I miei nonni avevano un appezzamento di terra che coltivavano e che dava loro tutti i prodotti di cui avevano bisogno. Mio nonno usciva presto la mattina e, muovendosi rigorosamente nella sua 126 rossa, si dilettava a coltivare il suo piccolo-grande pezzo di terreno. Quando non c'era scuola o nei giorni di festa portava anche noi nipoti in quella terra così ricca di alberi e coltivazioni da lui tanto amate e curate. E proprio in un angolino di questa nascevano gli odiati asparagi. Non erano quelli bianchi e grossi che si trovano ora, ma verdi e sottili. Quando tornava a casa col suo bottino, mia nonna era subito pronta a trasformarlo in una di quelle ricette con cui, in una maniera o nell'altra, riusciva a far mangiare gli asparagi a tutti i nipoti: nella frittata. 
Sono passati 11 anni da quando i miei nonni non ci sono più e da allora nessuno più in casa mia ha cucinato quella frittata. Arrivata all'università ho ben evitato l'odiato ortaggio, eliminandolo definitivamente dalla lista dei prodotti a me graditi. 
Un anno fa trovandomi in un ristorante con degli amici ho scoperto un'altra specie di asparago, quello bianco, che da noi a Taranto non si trova. Un po' per curiosità un po' per insistenza da parte degli altri ho assaggiato la "nuova" varietà, scoprendo che il suo sapore non era così cattivo come lo ricordavo. 
Così, quando un mese fa mi sono trovata con mia madre di fronte ad un mazzo di asparagi verdi e sottili come quelli della mia infanzia non ho saputo resistere alla tentazione di dare una seconda chance agli odiati steli verdi. Complice una ricetta trovata in un vecchio giornale di cucina mi sono ritrovata a comporre una ricetta che mi ha fatto riscoprire la bontà dell'odiata verdura. E vi dirò di più...anche al resto della famiglia è piaciuta così tanto che nel piatto di portata non sono rimaste nemmeno più le briciole!


POLPETTONE DI ASPARAGI 



Ingredienti: 
500 gr di macinato di manzo
250 gr di asparagi verdi
2 uova
1 mozzarella
100 gr di prosciutto cotto 
3 fette di pane in cassetta
latte qb.
80 gr parmigiano 
pangrattato qb
prezzemolo qb
sale e pepe qb.
1 cucchiaio di olio evo

PROCEDIMENTO:
Pulite gli asparagi dalle parti dure eliminando le estremità. Lessateli per una decina di minuti in una pentola alta.
Mettete ad ammollare il pane in cassetta nel latte per qualche minuto.
In una ciotola lavorate il macinato con le uova, il parmigiano, il pane strizzato dal latte, il sale e il pepe, il prezzemolo tritato e l'olio. All'occorrenza aggiungete un po' di pangrattato per asciugare l'impasto. 


Stendete su un tagliere l'impasto di carne ottenuto e preparate il ripieno ponendo sulla sua superficie in ordine, il prosciutto cotto, gli spinaci e infine la mozzarella tagliata a cubetti. 


Aiutandovi con della carta forno arrotolate l'impasto e chiudetelo per bene, arrotolandolo nella carte forno come se fosse una caramella. 
Cuocete a 180° per 35-40 minuti in forno già caldo.